"Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti"
Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 241
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
203 del 31 agosto 2000 - Supplemento Ordinario n. 140
(Rettifica Gazzetta Ufficiale n. 68 del 22 marzo 2001)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 5 febbraio 1999, n. 25, ed in paricolare, l'articolo 19;
Visto il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230;
Vista la direttiva 96/29/Euratom del Consiglio, del 13 maggio 1996, che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti;
Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 18 febbraio 2000;
Sentita la Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati;
Considerato che il Senato della Repubblica non ha espresso il proprio parere nel termine prescritto;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 26 maggio 2000;
Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e dei Ministri dell'ambiente, della sanita', del lavoro e della previdenza sociale, dell'industria del commercio e dell'artigianato e del commercio con l'estero, e dell'interno, di concerto con i Ministri degli affari esteri, della giustizia, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica;
E m a n a
il seguente decreto legislativo:
Art. 1.
1. Il titolo del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e'
sostituito dal seguente:
"Attuazione delle direttive 89/618/Euratom,
90/641/Euratom, 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni
ionizzanti.".
Art. 2.
1. All'articolo 1 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, sono
apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, la lettera b) e'
sostituita dalla seguente:
"b) a tutte le pratiche che implicano un
rischio dovuto a radiazioni ionizzanti provenienti da una sorgente
artificiale o da una sorgente naturale nei casi in cui i radionuclidi
naturali siano o siano stati trattati per le loro proprieta' radioattive
fissili o fertili e cioe':
1) alla produzione, trattamento,
manipolazione, detenzione, deposito, trasporto, importazione,
esportazione, impiego, commercio, cessazione della detenzione, raccolta
e smaltimento di materie radioattive;
2) al funzionamento di macchine
radiogene;
3) alle lavorazioni minerarie secondo la specifica
disciplina di cui al capo IV;".
b) al comma 1, dopo la lettera b)
sono aggiunte le seguenti:
"b-bis) alle attivita' lavorative
diverse dalle pratiche di cui ai punti 1, 2 e 3 che implicano la
presenza di sorgenti naturali di radiazioni, secondo la specifica
disciplina di cui al capo III-bis;
b-ter) agli
interventi in caso di emergenza radiologica o nucleare o in caso di
esposizione prolungata dovuta agli effetti di un'emergenza oppure di una
pratica o di un'attivita' lavorativa non piu' in atto, secondo la
specifica disciplina di cui al capo X.";
c) dopo il comma 1 e'
inserito il seguente:
"1-bis. Il presente decreto non si
applica all'esposizione al radon nelle abitazioni o al fondo naturale di
radiazioni, ossia non si applica ne' ai radionuclidi contenuti
nell'organismo umano, ne' alla radiazione cosmica presente al livello
del suolo, ne' all'esposizione in superficie ai radionuclidi presenti
nella crosta terrestre non perturbata. Dal campo di applicazione sono
escluse le operazioni di aratura, di scavo o di riempimento effettuate
nel corso di attivita' agricole o di costruzione, fuori dei casi in cui
dette operazioni siano svolte nell'ambito di interventi per il recupero
di suoli contaminati con materie radioattive.";
d) dopo il comma 2
sono aggiunti i seguenti:
"2-bis. In attesa dell'emanazione
dei decreti di cui al comma 2 le condizioni di applicazione sono quelle
fissate negli allegati I e I-bis.
2-ter. Con
decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanare entro i
termini di applicazione dell'articolo 10-ter, commi 1 e 3,
secondo la procedura di cui al comma 2, i valori dei livelli di azione
di cui all'allegato I-bis, paragrafo 4, sono aggiornati in base
alle indicazioni dell'Unione europea e agli sviluppi della tecnica.".
Art. 3.
1. L'articolo 2 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' sostituito dal seguente:
"Art. 2.
Principi concernenti le pratiche
1. Nuovi tipi o nuove categorie di pratiche che comportano
un'esposizione alle radiazioni ionizzanti debbono essere giustificati,
anteriormente alla loro prima adozione o approvazione, dai loro vantaggi
economici, sociali o di altro tipo rispetto al detrimento sanitario che
ne puo' derivare.
2. I tipi o le categorie di pratiche esistenti sono
sottoposti a verifica per quanto concerne gli aspetti di giustificazione
ogniqualvolta emergano nuove ed importanti prove della loro efficacia e
delle loro conseguenze.
3. Qualsiasi pratica deve essere svolta in
modo da mantenere l'esposizione al livello piu' basso ragionevolmente
ottenibile, tenuto conto dei fattori economici e sociali.
4. La somma
delle dosi derivanti da tutte le pratiche non deve superare i limiti di
dose stabiliti per i lavoratori esposti, gli apprendisti, gli studenti e
gli individui della popolazione.
5. Il principio di cui al comma 4
non si applica alle seguenti esposizioni:
a) esposizione di pazienti
nell'ambito di un esame diagnostico o di una terapia che li concerne;
b) esposizione di persone che coscientemente e volontariamente
collaborano a titolo non professionale al sostegno e all'assistenza di
pazienti sottoposti a terapia o a diagnosi medica;
c) esposizione di
volontari che prendono parte a programmi di ricerca medica o biomedica,
essendo tale esposizione disciplinata da altro provvedimento
legislativo;
d) esposizioni disciplinate in modo particolare dal
presente decreto e dai relativi provvedimenti applicativi.
6. In
applicazione dei principi generali di cui ai commi 3 e 4, con i decreti
di cui all'articolo 1, comma 2, sono esentate dalle disposizioni del
presente decreto, senza ulteriori motivazioni, le pratiche che
soddisfino congiuntamente il principio di cui al comma 1, ed i seguenti
criteri di base:
a) i rischi radiologici causati agli individui dalla
pratica devono essere sufficientemente ridotti da risultare trascurabili
ai fini della regolamentazione;
b) l'incidenza radiologica collettiva
della pratica deve essere sufficientemente ridotta da risultare
trascurabile ai fini della regolamentazione nella maggior parte delle
circostanze;
c) la pratica deve essere intrinsecamente senza
rilevanza radiologica, senza probabilita' apprezzabili che si
verifichino situazioni che possono condurre all'inosservanza dei criteri
definiti nelle lettere a) e b).".
Art. 4.
1. Gli articoli 4, 5 e 6 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, sono sostituiti dal seguente:
"Art. 4.
Definizioni
1. Ai fini dell'applicazione del presente decreto valgono le seguenti
definizioni:
a) acceleratore: apparecchio o impianto in cui sono
accelerate particelle e che emette radiazioni ionizzanti con energia
superiore a un mega electron volt (1 MeV);
b) apprendista: persona
che riceve in un'impresa un'istruzione e una formazione allo scopo di
esercitare un mestiere specifico;
c) attivazione: processo per
effetto del quale un nuclide stabile si trasforma in radionuclide, a
seguito di irradiazione con particelle o con raggi gamma ad alta energia
del materiale in cui e' contenuto;
d) attivita' (A): quoziente di dN
diviso per dt in cui dN e' il numero atteso di transizioni nucleari
spontanee di una determinata quantita' di un radionuclide da uno stato
particolare di energia in un momento determinato, nell'intervallo di
tempo dt;
e) autorita' competente: quella indicata nelle specifiche
disposizioni;
f) becquerel (Bq): nome speciale dell'unita' di
attivita' (A); un becquerel equivale ad una transizione per secondo.
-1 1Bq = 1s
I fattori di conversione da utilizzare quando l'attivita' e' espressa in curie (Ci) sono i seguenti:
10 Ci = 3,7 x 10 Bq (esattamente) -11 1Bq = 2,7027 x 10 Ci;
g) combustibile nucleare: le materie fissili impiegate o destinate ad
essere impiegate in un impianto sono inclusi l'uranio in forma di
metallo, di lega o di composto chimico (compreso l'uranio naturale), il
plutonio in forma di metallo, di lega o di composto chimico ed ogni
altra materia fissile che sara' qualificata come combustibile con
decisione del Comitato direttivo dell'Agenzia per l'energia nucleare
dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE);
h) contaminazione radioattiva: contaminazione di una matrice, di una
superficie, di un ambiente di vita o di lavoro o di un individuo,
prodotta da sostanze radioattive. Nel caso particolare del corpo umano,
la contaminazione radioattiva include tanto la contaminazione esterna
quanto la contaminazione interna, per qualsiasi via essa si sia
prodotta;
i) datore di lavoro di impresa esterna: soggetto che,
mediante lavoratori di categoria A, effettua prestazioni in una o piu'
zone controllate di impianti, stabilimenti, laboratori, installazioni in
genere, gestiti da terzi; non rientrano nella presente definizione i
soggetti la cui attivita' sia la sola a determinare la costituzione di
una o piu' zone controllate presso le installazioni dei terzi, ai quali
soggetti si applicano le disposizioni generali del presente decreto;
l) detrimento sanitario: stima del rischio di riduzione della durata e
della qualita' della vita che si verifica in una popolazione a seguito
dell'esposizione a radiazioni ionizzanti. Essa include la riduzione
derivante da effetti somatici, cancro e gravi disfunzioni genetiche;
m) dose: grandezza radioprotezionistica ottenuta moltiplicando la dose
assorbita (D) per fattori di modifica determinati a norma dell'articolo
96, al fine di qualificare il significato della dose assorbita stessa
per gli scopi della radioprotezione;
n) dose assorbita (D): energia
assorbita per unita' di massa e cioe' il quoziente di dE diviso per dm,
in cui dE e' l'energia media ceduta dalle radiazioni ionizzanti alla
materia in un elemento volumetrico e dm la massa di materia contenuta in
tale elemento volumetrico; ai fini del presente decreto, la dose
assorbita indica la dose media in un tessuto o in organo. L'unita' di
dose assorbita e' il gray;
o) dose efficace (E): somma delle dosi
equivalenti nei diversi organi o tessuti, ponderate nel modo indicato
nei provvedimenti di applicazione, l'unita' di dose efficace e' il
sievert;
p) dose efficace impegnata(E(t)): somma delle dosi
equivalenti impegnate nei diversi organi o tessuti H T(t) risultanti
dall'introduzione di uno o piu' radionuclidi, ciascuna moltiplicata per
il fattore di ponderazione del tessuto wT la dose efficace
impegnata
E(t) e' definita da:
E(t) = SIGMA W H T(t) T T
dove t indica il numero di anni per i quali e' effettuata
l'integrazione; l'unita' di dose efficace impegnata e' il sievert;
q)
dose impegnata: dose ricevuta da un organo o da un tessuto, in un
determinato periodo di tempo, in seguito all'introduzione di uno o piu'
radionuclidi;
r) dose equivalente (H T): dose assorbita media in un
tessuto o organo T, ponderata in base al tipo e alla qualita' della
radiazione nel modo indicato nei provvedimenti di applicazione; l'unita'
di dose equivalente e' il sievert;
s) dose equivalente impegnata:
integrale rispetto al tempo dell'intensita' di dose equivalente in un
tessuto o organo T che sara' ricevuta da un individuo, in quel tessuto o
organo T, a seguito dell'introduzione di uno o piu' radionuclidi; la
dose equivalente impegnata e' definita da:
(Vedere formula a pag. 79 della Gazzetta Ufficiale n. 68 del 22-3-2001)
per una singola introduzione di attivita' al tempo t 0 dove t 0 e' il
tempo in cui avviene l'introduzione, HT (Tau) e' l'intensita' di dose
equivalente nell'organo o nel tessuto T al tempo &greco;t,t e' il
periodo di tempo, espresso in anni, su cui avviene l'integrazione;
qualora t non sia indicato, si intende un periodo di 50 anni per gli
adulti e un periodo fino all'eta' di 70 anni per i bambini; l'unita' di
dose equivalente impegnata e' il sievert;
t) emergenza: una
situazione che richiede azioni urgenti per proteggere lavoratori,
individui della popolazione ovvero l'intera popolazione o parte di essa;
u) esperto qualificato: persona che possiede le cognizioni e
l'addestramento necessari sia per effettuare misurazioni, esami,
verifiche o valutazioni di carattere fisico, tecnico o
radiotossicologico, sia per assicurare il corretto funzionamento dei
dispositivi di protezione, sia per fornire tutte le altre indicazioni e
formulare provvedimenti atti a garantire la sorveglianza fisica della
protezione dei lavoratori e della popolazione. La sua qualificazione e'
riconosciuta secondo le procedure stabilite nel presente decreto;
v)
esposizione: qualsiasi esposizione di persone a radiazioni ionizzanti.
Si distinguono:
1) l'esposizione esterna: esposizione prodotta da
sorgenti situate all'esterno dell'organismo;
2) l'esposizione
interna: esposizione prodotta da sorgenti introdotte nell'organismo;
3) l'esposizione totale: combinazione dell'esposizione esterna e
dell'esposizione interna;
z) esposizione accidentale: esposizione di
singole persone a carattere fortuito e involontario.
2. Inoltre si intende per:
a) esposizione d'emergenza: esposizione
giustificata in condizioni particolari per soccorrere individui in
pericolo, prevenire l'esposizione di un gran numero di persone o salvare
un'installazione di valore e che puo' provocare il superamento di uno
dei limiti di dose fissati per i lavoratori esposti;
b) esposizione
parziale: esposizione che colpisce soprattutto una parte dell'organismo
o uno o piu' organi o tessuti, oppure esposizione del corpo intero
considerata non omogenea;
c) esposizione potenziale: esposizione che,
pur non essendo certa, ha una probabilita' di verificarsi prevedibile in
anticipo;
d) esposizione soggetta ad autorizzazione speciale:
esposizione che comporta il superamento di uno dei limiti di dose
annuale fissati per i lavoratori esposti, ammessa in via eccezionale
solo nei casi indicati nel decreto di cui all'articolo 82;
e) fondo
naturale di radiazioni: insieme delle radiazioni ionizzanti provenienti
da sorgenti naturali, sia terrestri che cosmiche, sempreche'
l'esposizione che ne risulta non sia accresciuta in modo significativo
da attivita' umane;
f) gestione dei rifiuti: insieme delle attivita'
concernenti i rifiuti: raccolta, cernita, trattamento e condizionamento,
deposito, trasporto, allontanamento e smaltimento nell'ambiente;
g)
gray (Gy): nome speciale dell'unita' di dose assorbita
-1 1 Gy = 1 J Kg
i fattori di conversione da utilizzare quando la dose assorbita e' espressa in rad sono i seguenti:
-2 1 rad = 10 Gy 1 Gy = 100 rad;
h) gruppi di riferimento (gruppi critici) della popolazione: gruppi
che comprendono persone la cui esposizione e' ragionevolmente omogenea e
rappresentativa di quella degli individui della popolazione maggiormente
esposti, in relazione ad una determinata fonte di esposizione;
i)
incidente: evento imprevisto che provoca danni ad un'installazione o ne
perturba il buon funzionamento e puo' comportare, per una o piu'
persone, dosi superiori ai limiti;
l) intervento: attivita' umana
intesa a prevenire o diminuire l'esposizione degli individui alle
radiazioni dalle sorgenti che non fanno parte di una pratica o che sono
fuori controllo per effetto di un incidente, mediante azioni sulle
sorgenti, sulle vie di esposizione e sugli individui stessi;
m)
introduzione: attivita' dei radionuclidi che penetrano nell'organismo
provenienti dall'ambiente esterno;
n) lavoratore esterno: lavoratore
di categoria A che effettua prestazioni in una o piu' zone controllate
di impianti, stabilimenti, laboratori, installazioni in genere gestiti
da terzi in qualita' sia di dipendente, anche con contratto a termine,
di una impresa esterna, sia di lavoratore autonomo, sia di apprendista o
studente;
o) lavoratori esposti: persone sottoposte, per l'attivita'
che svolgono, a un'esposizione che puo' comportare dosi superiori ai
pertinenti limiti fissati per le persone del pubblico. Sono lavoratori
esposti di categoria A i lavoratori che, per il lavoro che svolgono,
sono suscettibili di ricevere in un anno solare una dose superiore a uno
dei pertinenti valori stabiliti con il decreto di cui all'articolo 82;
gli altri lavoratori esposti sono classificati in categoria B;
p)
limiti di dose: limiti massimi fissati per le dosi derivanti
dall'esposizione dei lavoratori, degli apprendisti, degli studenti e
delle persone del pubblico alle radiazioni ionizzanti causate dalle
attivita' disciplinate dal presente decreto. I limiti di dose si
applicano alla somma delle dosi ricevute per esposizione esterna nel
periodo considerato e delle dosi impegnate derivanti dall'introduzione
di radionuclidi nello stesso periodo;
q) livelli di allontanamento:
valori, espressi in termini di concentrazioni di attivita' o di
attivita' totale, in relazione ai quali possono essere esentati dalle
prescrizioni di cui al presente decreto le sostanze radioattive o i
materiali contenenti sostanze radioattive derivanti da pratiche soggette
agli obblighi previsti dal decreto;
r) livello di intervento: valore
di dose oppure valore derivato, fissato al fine di predisporre
interventi di radioprotezione;
s) materia radioattiva: sostanza o
insieme di sostanze radioattive contemporaneamente presenti. Sono fatte
salve le particolari definizioni per le materie fissili speciali, le
materie grezze, i minerali quali definiti dall'articolo 197 del trattato
che istituisce la Comunita' europea dell'energia atomica e cioe' le
materie fissili speciali, le materie grezze e i minerali nonche' i
combustibili nucleari;
t) materie fissili speciali: il plutonio 239,
l'uranio 233, l'uranio arricchito in uranio 235 o 233; qualsiasi
prodotto contenente uno o piu' degli isotopi suddetti e le materie
fissili che saranno definite dal Consiglio delle Comunita' europee; il
termine "materie fissili speciali" non si applica alle materie grezzo;
u) materie grezze: l'uranio contenente la mescolanza di isotopi che si
trova in natura, l'uranio in cui il tenore di uranio 235 sia inferiore
al normale, il torio, tutte le materie summenzionate sotto forma di
metallo, di leghe, di composti chimici o di concentrati, qualsiasi altra
materia contenente una o piu' delle materie summenzionate con tassi di
concentrazione definiti dal Consiglio delle Comunita' europee;
v)
matrice: qualsiasi sostanza o materiale che puo' essere contaminato da
materie radioattive; sono ricompresi in tale definizione le matrici
ambientali e gli alimenti;
z) matrice ambientale: qualsiasi
componente dell'ambiente, ivi compresi aria, acqua e suolo.
3. Inoltre, si intende per:
a) medico autorizzato: medico
responsabile della sorveglianza medica dei lavoratori esposti, la cui
qualificazione e specializzazione sono riconosciute secondo le procedure
e le modalita' stabilite nel presente decreto;
b) minerale: qualsiasi
minerale contenente, con tassi di concentrazione media definita dal
Consiglio delle Comunita' europee, sostanze che permettano di ottenere
attraverso trattamenti chimici e fisici appropriati le materie grezze;
c) persone del pubblico: individui della popolazione, esclusi i
lavoratori, gli apprendisti e gli studenti esposti in ragione della loro
attivita' e gli individui durante l'esposizione di cui all'articolo 3,
comma 5;
d) popolazione nel suo insieme: l'intera popolazione, ossia
i lavoratori esposti, gli apprendisti, gli studenti e le persone del
pubblico;
e) pratica: attivita' umana che e' suscettibile di
aumentare l'esposizione degli individui alle radiazioni provenienti da
una sorgente artificiale, o da una sorgente naturale di radiazioni, nel
caso in cui radionuclidi naturali siano trattati per le loro proprieta'
radioattive, fissili o fertili, o da quelle sorgenti naturali di
radiazioni che divengono soggette a disposizioni del presente decreto ai
sensi del capo III-bis. Sono escluse le esposizioni dovute ad
interventi di emergenza;
f) radiazioni ionizzanti o radiazioni:
trasferimento di energia in forma di particelle o onde elettromagnetiche
con lunghezza di onda non superiore a 100 nm o con frequenza non minore
di 3<$>\cdot<$>10<$>^{15<$> Hz in grado di produrre ioni direttamente o
indirettamente;
g) riciclo: la cessione deliberata di materiali a
soggetti al di fuori dell'esercizio di pratiche di cui ai capi IV, VI e
VII, al fine del reimpiego dei materiali stessi attraverso lavorazioni;
h) riutilizzazione: la cessione deliberata di materiali ai soggetti di
cui alla lettera g) al fine del loro reimpiego diretto, senza
lavorazioni;
i) rifiuti radioattivi: qualsiasi materia radioattiva,
ancorche' contenuta in apparecchiature o dispositivi in genere, di cui
non e' previsto il riciclo o la riutilizzazione;
l) servizio
riconosciuto di dosimetria individuale: struttura riconosciuta idonea
alle rilevazioni delle letture dei dispositivi di sorveglianza
dosimetrica individuale, o alla misurazione della radioattivita' nel
corpo umano o nei campioni biologici. L'idoneita' a svolgere tali
funzioni e' riconosciuta secondo le procedure stabilite nel presente
decreto;
m) sievert (Sv): nome speciale dell'unita' di dose
equivalente o di dose efficace. Se il prodotto dei fattori di modifica
e' uguale a 1;
-1 1 Sv = 1 J kg
quando la dose equivalente o la dose efficace sono espresse in rem valgono le seguenti relazioni:
-2 1 rem = 10 Sv 1 Sv = 100 rem;
n) smaltimento: collocazione dei rifiuti, secondo modalita' idonee,
in un deposito, o in un determinato sito, senza intenzione di
recuperarli;
o) smaltimento nell'ambiente: immissione pianificata di
rifiuti radioattivi nell'ambiente in condizioni controllate, entro
limiti autorizzati o stabiliti dal presente decreto;
p) sorgente
artificiale: sorgente di radiazioni diversa dalla sorgente naturale di
radiazioni;
q) sorgente di radiazioni: apparecchio generatore di
radiazioni ionizzanti (macchina radiogena) o materia radioattiva,
ancorche' contenuta in apparecchiature o dispositivi in genere, dei
quali, ai fini della radioprotezione, non si puo' trascurare
l'attivita', o la concentrazione di radionuclidi o l'emissione di
radiazioni;
r) sorgente naturale di radiazioni: sorgente di
radiazioni ionizzanti di origine naturale, sia terrestre che cosmica;
s) sorgente non sigillata: qualsiasi sorgente che non corrisponde alle
caratteristiche o ai requisiti della sorgente sigillata;
t) sorgente
sigillata: sorgente formata da materie radioattive solidamente
incorporate in materie solide e di fatto inattive, o sigillate in un
involucro inattivo che presenti una resistenza sufficiente per evitare,
in condizioni normali di impiego, dispersione di materie radioattive
superiore ai valori stabiliti dalle norme di buona tecnica applicabili;
u) sorveglianza fisica: l'insieme dei dispositivi adottati, delle
valutazioni, delle misure e degli esami effettuati, delle indicazioni
fornite e dei provvedimenti formulati dall'esperto qualificato al fine
di garantire la protezione sanitaria dei lavoratori e della popolazione;
v) sorveglianza medica: l'insieme delle visite mediche, delle indagini
specialistiche e di laboratorio, dei provvedimenti sanitari adottati dal
medico, al fine di garantire la protezione sanitaria dei lavoratori
esposti;
z) sostanza radioattiva: ogni specie chimica contenente uno
o piu' radionuclidi di cui, ai fini della radioprotezione, non si puo'
trascurare l'attivita' o la concentrazione.
4. Inoltre, si intende per:
a) uranio arricchito in uranio 235 o
233: l'uranio contenente sia l'uranio 235, sia l'uranio 233, sia questi
due isotopi, in quantita' tali che il rapporto tra la somma di questi
due isotopi e l'isotopo 238 sia superiore al rapporto tra isotopo 235 e
l'isotopo 238 nell'uranio naturale;
b) vincolo: valore di grandezza
radioprotezionistica, fissato per particolari condizioni ai sensi del
presente decreto, ai fini dell'applicazione del principio di
ottimizzazione;
c) zona classificata: ambiente di lavoro sottoposto a
regolamentazione per motivi di protezione contro le radiazioni
ionizzanti. Le zone classificate possono essere zone controllate o zone
sorvegliate. E' zona controllata un ambiente di lavoro, sottoposto a
regolamentazione per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti,
in cui si verifichino le condizioni stabilite con il decreto di cui
all'articolo 82 ed in cui l'accesso e' segnalato e regolamentato. E'
zona sorvegliata un ambiente di lavoro in cui puo' essere superato in un
anno solare uno dei pertinenti limiti fissati per le persone del
pubblico e che non e' zona controllata.".
Art. 5.
1. Dopo il capo III del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' inserito il seguente:
"Capo III-bis
ESPOSIZIONI DA ATTIVITA'
LAVORATIVE CON PARTICOLARI SORGENTI NATURALI
DI RADIAZIONI
Art. 10-bis
Campo di applicazione
1. Le disposizioni del presente capo si applicano alle attivita'
lavorative nelle quali la presenza di sorgenti di radiazioni naturali
conduce ad un significativo aumento dell'esposizione dei lavoratori o di
persone del pubblico, che non puo' essere trascurato dal punto di vista
della radioprotezione. Tali attivita' comprendono:
a) attivita'
lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del
pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron o
a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di
lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i
luoghi di lavoro sotterranei;
b) attivita' lavorative durante le
quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a
prodotti di decadimento del radon o del toron, o a radiazioni gamma o a
ogni altra esposizione in luoghi di lavoro diversi da quelli di cui alla
lettera a) in zone ben individuate o con caratteristiche determinate;
c) attivita' lavorative implicanti l'uso o lo stoccaggio di materiali
abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi
naturali e provocano un aumento significativo dell'esposizione dei
lavoratori e, eventualmente, di persone del pubblico;
d) attivita'
lavorative che comportano la produzione di residui abitualmente non
considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e
provocano un aumento significativo dell'esposizione di persone del
pubblico e, eventualmente, dei lavoratori;
e) attivita' lavorative in
stabilimenti termali o attivita' estrattive non disciplinate dal capo
IV;
f) attivita' lavorative su aerei per quanto riguarda il personale
navigante.
2. Le attivita' lavorative di cui al comma 1 sono quelle
cui siano addetti i lavoratori di cui al capo VIII.
Art. 10-ter
Obblighi dell'esercente
1. Nei luoghi di lavoro nei quali si svolgono le attivita' lavorative
di cui all'articolo 10-bis, comma 1, lettera a), l'esercente, entro
ventiquattro mesi dall'inizio dell'attivita', procede alle misurazioni
di cui all'allegato I-bis, secondo le linee guida emanate dalla
Commissione di cui all'articolo 10-septies.
2. Nei luoghi di
lavoro nei quali si svolgono le attivita' lavorative di cui all'articolo
10-bis, comma 1, lettera b), in zone o luoghi di lavoro con
caratteristiche determinate individuati dalle regioni e province
autonome, ai sensi dell'articolo 10-sexies, ad elevata
probabilita' di alte concentrazioni di attivita' di radon, l'esercente
procede, entro ventiquattro mesi dall'individuazione o dall'inizio
dell'attivita', se posteriore, alle misurazioni di cui all'allegato I-bis
secondo le linee guida emanate dalla Commissione di cui all'articolo 10-septies
e a partire dai locali seminterrati o al piano terreno.
3. Nei luoghi
di lavoro nei quali si svolgono le attivita' lavorative di cui
all'articolo 10-bis, comma 1, lettere c), d), limitatamente a
quelle indicate nell'allegato I-bis, ed e), l'esercente, entro
ventiquattro mesi dall'inizio della attivita', effettua una valutazione
preliminare sulla base di misurazioni effettuate secondo le indicazioni
e le linee guida emanate dalla Commissione di cui all'articolo 10-septies.
Nel caso in cui le esposizioni valutate non superino il livello di
azione di cui all'allegato I-bis, l'esercente non e' tenuto a
nessun altro obbligo eccettuata la ripetizione delle valutazioni con
cadenza triennale o nel caso di variazioni significative del ciclo
produttivo. Nel caso in cui risulti superato il livello di azione,
l'esercente e' tenuto ad effettuare l'analisi dei processi lavorativi
impiegati, ai fini della valutazione dell'esposizione alle radiazioni
ionizzanti dei lavoratori, ed eventualmente di gruppi di riferimento
della popolazione, sulla base della normativa vigente, delle norme di
buona tecnica e, in particolare, degli orientamenti tecnici emanati in
sede comunitaria. Nel caso in cui risulti superato l'80 per cento del
livello di azione in un qualsiasi ambiente cui le valutazioni si
riferiscano, l'esercente e' tenuto a ripetere con cadenza annuale le
valutazioni secondo le indicazioni e le linee guida emanate dalla
Commissione di cui all'articolo 10-septies.
4. Per le
misurazioni previste dai commi 1 e 2, l'esercente si avvale di organismi
riconosciuti ai sensi dell'articolo 107, comma 3, o, nelle more dei
riconoscimenti, di organismi idoneamente attrezzati, che rilasciano una
relazione tecnica contenente il risultato della misurazione.
5. Per
gli adempimenti previsti dal comma 3, l'esercente si avvale dell'esperto
qualificato. L'esperto qualificato comunica, con relazione scritta,
all'esercente: il risultato delle valutazioni effettuate, i livelli di
esposizione dei lavoratori, ed eventualmente dei gruppi di riferimento
della popolazione, dovuti all'attivita', le misure da adottare ai fini
della sorveglianza delle esposizioni e le eventuali azioni correttive
volte al controllo e, ove del caso, alla riduzione delle esposizioni
medesime.
Art. 10-quater
Comunicazioni e relazioni
tecniche
1. In caso di superamento dei livelli di azione di cui all'articolo
10-quinquies, gli esercenti che esercitano le attivita' di cui
all'articolo 10-bis, comma 1, lettere a), b), c), d) ed e),
inviano una comunicazione in cui viene indicato il tipo di attivita'
lavorativa e la relazione di cui all'articolo 10-ter, commi 4 e
5, alle Agenzie regionali e delle province autonome competenti per
territorio, agli organi del Servizio sanitario nazionale competenti per
territorio e alla Direzione provinciale del lavoro.
2. La Direzione
provinciale del lavoro trasmette i dati di cui al comma 1 al Ministero
del lavoro e della previdenza sociale ai fini del loro inserimento in un
archivio nazionale che il Ministero stesso organizza avvalendosi delle
strutture esistenti e nei limiti delle ordinarie risorse di bilancio;
detto Ministero a richiesta, fornisce tali dati alle autorita' di
vigilanza e ai ministeri interessati.
3. Le comunicazioni e le
relazioni di cui al comma 1 sono inviate entro un mese dal rilascio
della relazione.
Art. 10-quinquies
Livelli di azione
1. Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10-bis, comma
1, lettere a) e b), le grandezze misurate non devono superare il livello
di azione fissato in allegato I-bis.
2. Nel caso in cui le
grandezze di cui al comma 1 non superino il livello di azione ma siano
superiori all'80 per cento del livello di azione, l'esercente assicura
nuove misurazioni nel corso dell'anno successivo.
3. Nel caso di
superamento del livello di azione di cui all'allegato I-bis,
l'esercente, avvalendosi dell'esperto qualificato, pone in essere azioni
di rimedio idonee a ridurre le grandezze misurate al di sotto del
predetto livello, tenendo conto del principio di ottimizzazione, e
procede nuovamente alla misurazione al fine di verificare l'efficacia
delle suddette azioni. Le operazioni sono completate entro tre anni dal
rilascio della relazione di cui all'articolo 10-ter, comma 4, e
sono effettuate con urgenza correlata al superamento del livello di
azione. Ove, nonostante l'adozione di azioni di rimedio, le grandezze
misurate risultino ancora superiori al livello prescritto, l'esercente
adotta i provvedimenti previsti dal capo VIII, ad esclusione
dell'articolo 61, commi 2 e 3, lettera g), dell'articolo 69 e
dell'articolo 79, commi 2 e 3, fintanto che ulteriori azioni di rimedio
non riducano le grandezze misurate al di sotto del predetto livello di
azione, tenendo conto del principio di ottimizzazione.
4. Le
registrazioni delle esposizioni di cui al comma 3 e le relative
valutazioni di dose sono effettuate con le modalita' indicate
nell'allegato I-bis o nell'allegato IV, ove applicabile. Nel
caso in cui il lavoratore sia esposto anche ad altre sorgenti di
radiazioni ionizzanti di cui all'articolo 1, comma 1, le dosi dovute ai
due diversi tipi di sorgenti sono registrate separatamente, fermi
restando gli obblighi di cui agli articoli 72, 73 e 96.
5.
L'esercente non e' tenuto alle azioni di rimedio di cui al comma 3 se
dimostra, avvalendosi dell'esperto qualificato, che nessun lavoratore e'
esposto ad una dose superiore a quella indicata nell'allegato I-bis;
questa disposizione non si applica agli esercenti di asili-nido, di
scuola materna o di scuola dell'obbligo.
6. Per i luoghi di lavoro di
cui all'articolo 10-bis, comma 1, lettere c), d) ed e), fermo
restando l'applicazione dell'articolo 23, se dall'analisi di cui
all'articolo 10-ter risulta che la dose ricevuta dai lavoratori
o dai gruppi di riferimento della popolazione supera i rispettivi
livelli di azione di cui all'allegato I-bis, l'esercente
adotta, entro tre anni, misure volte a ridurre le dosi al di sotto di
detti valori e, qualora, nonostante l'applicazione di tali misure,
l'esposizione risulti ancora superiore ai livelli di azione, adotta le
misure previste dal capo VIII e dal capo IX, sulla base dei presupposti
previsti negli stessi capi.
7. Le registrazioni delle esposizioni di
cui al comma 6 e le relative valutazioni di dose sono effettuate con le
modalita' indicate nell'allegato I-bis e nell'allegato IV, ove
applicabile.
8. Nel caso in cui risulta che l'esposizione dei
lavoratori o dei gruppi di riferimento della popolazione non supera i
livelli di azione di cui all'allegato I-bis, l'esercente esegue
un controllo radiometrico, qualora variazioni del processo lavorativo o
le condizioni in cui esso si svolge possano far presumere una variazione
significativa del quadro radiologico.
Art. 10-sexies
Individuazione delle aree
ad elevata probabilita' di alte concentrazioni di attivita' di radon
1. Sulla base delle linee guida e dei criteri emanati dalla
Commissione di cui all'articolo l0-septies, le regioni e le
province autonome individuano le zone o luoghi di lavoro con
caratteristiche determinate ad elevata probabilita' di alte
concentrazioni di attivita' di radon, di cui all'articolo l0-ter,
comma 2; a tal fine:
a) qualora siano gia' disponibili dati e
valutazioni tecnico-scientifiche, le regioni e le province autonome
sottopongono alla Commissione i metodi ed i criteri utilizzati per un
parere sulla congruenza rispetto a quelli definiti a livello nazionale;
b) in alternativa, le regioni e le province autonome effettuano apposite
campagne di indagine nei rispettivi territori.
2. La individuazione
di cui al comma 1 e' aggiornata ogni volta che il risultato di nuove
indagini lo renda necessario.
3. L'elenco delle zone individuate ai
sensi dei commi 1 e 2 e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Art. 10-septies
Sezione speciale della
Commissione tecnica per le esposizioni a sorgenti naturali di radiazioni
1. Nell'ambito della Commissione tecnica di cui all'articolo 9 e'
istituita una sezione speciale per le esposizioni a sorgenti naturali di
radiazioni con i seguenti compiti:
a) elaborare linee-guida sulle
metodologie e tecniche di misura piu' appropriate per le misurazioni di
radon e toron in aria e sulle valutazioni delle relative esposizioni;
b) elaborare criteri per l'individuazione di zone o luoghi di lavoro con
caratteristiche determinate ad elevata probabilita' di alte
concentrazioni di attivita' di radon;
c) elaborare criteri per
l'individuazione, nelle attivita' lavorative di cui alle lettere c), d)
ed e) dell'articolo 10-bis, delle situazioni in cui le
esposizioni dei lavoratori, o di gruppi di riferimento della
popolazione, siano presumibilmente piu' elevate e per le quali sia
necessario effettuare le misurazioni per la valutazione preliminare di
cui all'articolo 10-ter, comma 3, nonche' linee guida sulle
metodologie e tecniche di misura appropriate per effettuare le opportune
valutazioni;
d) formulare proposte di adeguamento della normativa
vigente in materia;
e) formulare proposte ai fini della adozione
omogenea di misure correttive e di provvedimenti e volte ad assicurare
un livello ottimale di radioprotezione nelle attivita' disciplinate dal
presente capo;
f) fornire indicazioni sui programmi dei corsi di
istruzione e di aggiornamento per la misura del radon e del toron e per
l'applicazione di azioni di rimedio;
g) formulare indicazioni per la
sorveglianza e per gli interventi di radioprotezione ai fini
dell'adozione di eventuali provvedimenti per il personale navigante.
2. Per lo svolgimento dei compiti di cui al comma 1, la Commissione ha
accesso e si avvale anche dei dati di cui all'articolo 10-quater,
comma 1, nonche' delle comunicazioni e delle relazioni di cui
all'articolo 10-octies, comma 2, lettera c). La Commissione,
entro un anno dal proprio insediamento, emana le linee guida ed i
criteri di cui al comma 1, lettere a) e b), e, entro due anni, i criteri
e le linee guida di cui al medesimo comma, lettera c). I criteri e le
linee guida saranno pubblicate nella Gazzetta Ufficiale.
3.
La Commissione di cui al comma 1 e' composta da ventuno esperti in
materia, di cui:
a) uno designato dal Ministero della sanita';
b)
uno designato dal Ministero dell'ambiente;
c) uno designato dal
Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato;
d) uno
designato dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale;
e) uno
designato dal Ministero dei trasporti e della navigazione;
f) uno
designato dal Ministero delle politiche agricole e forestali;
g)
cinque designati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;
h)
due designati dall'ANPA;
i) due designati dall'ISPESL;
j) due
designati dall'Istituto superiore di sanita';
l) uno designato
dall'ENAC;
m) uno designato dall'ENEA in quanto Istituto della
metrologia primaria delle radiazioni ionizzanti;
n) uno designato
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della
protezione civile;
o) uno designato dal Ministero dell'interno -
Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
4. Le spese relative al
funzionamento della Sezione speciale di cui al comma 1 sono poste a
carico dell'ANPA, ai sensi dell'articolo 1-bis, comma 5, della
legge 21 gennaio 1994, n. 61, nei limiti delle risorse di bilancio
disponibili.
Art. 10-octies
Attivita' di volo
1. Le attivita' lavorative di cui all'articolo 10-bis, comma
1, lettera f), che possono comportare per il personale navigante
significative esposizioni alle radiazioni ionizzanti sono individuate
nell'allegato I-bis.
2. Nelle attivita' individuate ai sensi
del comma 1, il datore di lavoro provvede a:
a) programmare
opportunamente i turni di lavoro, e ridurre l'esposizione dei lavoratori
maggiormente esposti;
b) fornire al personale pilota istruzioni sulle
modalita' di comportamento in caso di aumentata attivita' solare, al
fine di ridurre, per quanto ragionevolmente ottenibile, la dose ai
lavoratori; dette istruzioni sono informate agli orientamenti
internazionali in materia;
c) trasmettere al Ministero della sanita'
le comunicazioni in cui e' indicato il tipo di attivita' lavorativa e la
relazione di cui all'articolo 10-ter, il Ministero, a
richiesta, fornisce tali dati alle autorita' di vigilanza e ai ministeri
interessati.
3. Alle attivita' di cui al comma 1 si applicano le
disposizioni del capo VIII, ad eccezione di quelle di cui all'articolo
61, comma 3, lettere a) e g), all'articolo 62, all'articolo 63,
all'articolo 79, comma 1, lettera b), numeri 1) e 2), e lettera c), e
commi 2, 3, 4 e 7, all'articolo 80, comma 1, lettera a), e lettere d) ed
e), limitatamente alla sorveglianza fisica della popolazione, nonche'
all'articolo 81, comma 1, lettera a). La sorveglianza medica dei
lavoratori di cui al comma 1, che non siano suscettibili di superare i 6
mSv/anno di dose efficace, e' assicurata, con periodicita' almeno
annuale, con le modalita' di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 18 novembre 1988, n. 566, al decreto del Ministro dei
trasporti e della navigazione del 15 settembre 1995, pubblicato nel
supplemento ordinario n. 128 alla Gazzetta Ufficiale n. 256 del
2 novembre 1995, ed alla legge 30 maggio 1995, n. 204, con oneri a
carico del datore di lavoro.
4. Nei casi di cui al comma 1, la
valutazione delle dosi viene effettuata secondo le modalita' indicate
nell'allegato I-bis.".
Art. 6.
1. Dopo l'articolo 18 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' inserito il seguente:
"Art. 18-bis
Beni di consumo
1. L'aggiunta intenzionale, sia direttamente che mediante
attivazione, di materie radioattive nella produzione e manifattura di
beni di consumo, nonche' l'importazione o l'esportazione di tali beni,
e' soggetta ad autorizzazione del Ministero dell'industria, del
commercio e dell'artigianato, d'intesa con i Ministeri della sanita',
dell'ambiente, dell'interno, del lavoro e della previdenza sociale,
sentita l'ANPA.
2. Con il decreto di cui all'articolo 18, comma 5,
sono determinate le disposizioni procedurali per il rilascio, la
modifica e la revoca dell'autorizzazione di cui al comma 1.
3. Copia
dei provvedimenti relativi al rilascio, alla modifica ed alla revoca
dell'autorizzazione e' inviata dall'amministrazione che emette il
provvedimento alle altre amministrazioni, agli organismi tecnici
consultati nel procedimento e all'ANPA.
4. Il provvedimento di
autorizzazione puo' esonerare, in tutto o in parte, il consumatore
finale dagli obblighi previsti dal presente decreto.".
Art. 7.
1. All'articolo 20 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 4 e' sostituito dal
seguente:
"4. Con decreto del Ministro dell'industria, del commercio
e dell'artigianato, sentita l'ANPA, sono indicate le modalita' di
registrazione, nonche' le modalita' ed i termini per l'invio del
riepilogo, particolari disposizioni possono essere formulate per le
materie di cui all'articolo 23.";
b) il comma 5 e' soppresso.
Art. 8.
1. All'articolo 21 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, il
comma 3 e' sostituito dal seguente:
"3. I soggetti che effettuano il
trasporto di cui al comma 1 sono tenuti ad inviare all'ANPA un riepilogo
dei trasporti effettuati con l'indicazione delle materie trasportate.
Con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato, sentita l'ANPA, sono stabiliti i criteri applicativi
di tale disposizione, le modalita', i termini di compilazione e di invio
del riepilogo suddetto, nonche' gli eventuali esoneri.".
Art. 9.
1. L'articolo 22 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' sostituito dal seguente:
"Art. 22.
Comunicazione preventiva di pratiche
1. Ferme restando le disposizioni di cui all'articolo 3 della legge
31 dicembre 1962, n. 1860, e successive modificazioni e fuori dei casi
per i quali la predetta legge o il presente decreto prevedono specifici
provvedimenti autorizzativi, chiunque intenda intraprendere una pratica,
comportante detenzione di sorgenti di radiazioni ionizzanti, deve darne
comunicazione, trenta giorni prima dell'inizio della detenzione, al
Comando provinciale dei vigili del fuoco, agli organi del Servizio
sanitario nazionale, e, ove di loro competenza, all'Ispettorato
provinciale del lavoro, al Comandante di porto e all'Ufficio di sanita'
marittima, nonche' alle agenzie regionali e delle province autonome di
cui all'articolo 03 del decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496,
convertito, con modificazioni, dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61,
indicando i mezzi di protezione posti in atto. L'ANPA puo' accedere ai
dati concernenti la comunicazione preventiva di pratiche, inviati alle
agenzie predette.
2. Sono escluse dall'obbligo di comunicazione di
cui al comma 1 le pratiche in cui le sorgenti di radiazioni soddisfino
una delle condizioni di cui alle lettere seguenti:
a) le quantita' di
materie radioattive non superino in totale le soglie di esenzione
determinate ai sensi del comma 5;
b) la concentrazione di attivita'
di materie radioattive per unita' di massa non superi le soglie
determinate ai sensi del comma 5;
c) gli apparecchi contenenti
materie radioattive anche al di sopra delle quantita' o delle
concentrazioni di cui alle lettere a) o b), purche' soddisfino tutte le
seguenti condizioni:
1) siano di tipo riconosciuto ai sensi
dell'articolo 26;
2) siano costruiti in forma di sorgenti sigillate;
3) in condizioni di funzionamento normale, non comportino, ad una
distanza di 0,1 m da un qualsiasi punto della superficie accessibile
dell'apparecchio, un'intensita' di dose superiore a 1 &greco;mSv h<$>^{
-1<$>;
4) le condizioni di eventuale smaltimento siano state
specificate nel provvedimento di riconoscimento di cui all'articolo 26;
d) gli apparecchi elettrici, diversi da quelli di cui alla lettera e),
che soddisfino tutte le seguenti condizioni:
1) siano di tipo
riconosciuto ai sensi dell'articolo 26;
2) in condizioni di
funzionamento normale, non comportino, ad una distanza di 0,1 m da un
qualsiasi punto della superficie accessibile dell'apparecchio
un'intensita' di dose superiore a 1 &greco;mSv h<$>^{ -1<$>;
e)
l'impiego di qualunque tipo di tubo catodico destinato a fornire
immagini visive, o di altri apparecchi elettrici che funzionano con una
differenza di potenziale non superiore a 30 kV, purche' cio', in
condizioni di funzionamento normale, non comporti, ad una distanza di
0,1 m da un qualsiasi punto della superficie accessibile
dell'apparecchio, un'intensita' di dose superiore a 1 &greco;mSv h<$>^{
-1<$>;
f) materiali contaminati da materie radioattive risultanti da
smaltimenti autorizzati che siano stati dichiarati non soggetti a
ulteriori controlli dalle autorita' competenti ad autorizzare lo
smaltimento.
3. I detentori delle sorgenti oggetto delle pratiche di
cui al comma 1 e di quelli per cui la legge 31 dicembre 1962, n. 1860, o
il presente decreto prevedono specifici provvedimenti autorizzativi
devono provvedere alla registrazione delle sorgenti detenute, con le
indicazioni della presa in carico e dello scarico delle stesse.
4.
Con uno o piu' decreti del Ministro della sanita', di concerto con i
Ministri dell'ambiente, dell'industria, del commercio e
dell'artigianato, del lavoro e della previdenza sociale e dell'interno,
sentita l'ANPA, sono stabiliti i modi, le condizioni e le quantita' ai
fini della registrazione delle materie radioattive, i modi e le
caratteristiche ai fini della registrazione delle macchine radiogene.
5. Con il decreto di cui all'articolo 18, comma 5, sono determinate le
quantita' e le concentrazioni di attivita' di materie radioattive di cui
al comma 2, lettere a) e b), e le modalita' di notifica delle pratiche
di cui al comma 1.".
Art. 10.
1. All'articolo 27 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) dopo il comma 1 e' inserito
il seguente:
"1-bis. Le pratiche svolte dallo stesso
soggetto mediante sorgenti di radiazioni mobili, impiegate in piu' siti,
luoghi o localita' non determinabili a priori presso soggetti differenti
da quello che svolge la pratica sono assoggettate al nulla osta di cui
al presente articolo in relazione alle caratteristiche di sicurezza
delle sorgenti ed alle modalita' di impiego, ai sensi di quanto previsto
nei provvedimenti applicativi.";
b) al comma 2 dopo le parole "per il
rilascio" sono inserite le seguenti:
", la modifica e la revoca";
c) dopo il comma 2 e' inserito il seguente:
"2-bis. Il nulla
osta di cui al comma 1 e', in particolare, richiesto per:
a)
l'aggiunta intenzionale sia direttamente che mediante attivazione di
materie radioattive nella produzione e manifattura di prodotti
medicinali o di beni di consumo;
b) l'impiego di acceleratori, di
apparati a raggi X o di materie radioattive per radiografia industriale,
per trattamento di prodotti, per ricerca;
c) la somministrazione
intenzionale di materie radioattive, a fini di diagnosi, terapia o
ricerca medica o veterinaria, a persone e, per i riflessi concernenti la
radioprotezione di persone, ad animali;
d) l'impiego di acceleratori,
di apparati a raggi X o di materie radioattive per esposizione di
persone a fini di terapia medica";
d) il comma 3 e' sostituito dal
seguente:
"3. Le disposizioni del presente capo non si applicano alle
pratiche disciplinate al capo IV ed al capo VII ed alle attivita'
lavorative comportanti l'esposizione alle sorgenti naturali di
radiazioni di cui al capo III-bis, con esclusione dei casi in
cui l'assoggettamento a dette disposizioni sia espressamente stabilito
ai sensi del capo III-bis e relativi provvedimenti di
attuazione.";
e) dopo il comma 4 sono aggiunti, in fine, i seguenti:
"4-bis. Le disposizioni del presente articolo non si applicano
alle pratiche di cui all'articolo 33 ed all'impiego di microscopi
elettronici.
4-ter. Il nulla osta all'impiego di categoria A
tiene luogo del nullaosta all'impiego di categoria B.
4-quater.
Nel nulla osta di cui al comma 1 sono stabilite particolari prescrizioni
per quanto attiene ai valori massimi dell'esposizione dei gruppi di
riferimento della popolazione interessati alla pratica e, qualora
necessario, per gli aspetti connessi alla costruzione, per le prove e
per l'esercizio, nonche' per l'eventuale disattivazione delle
installazioni.".
Art. 11.
1. Al comma 1 dell'articolo 28 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, le parole: "sentita l'ANPA" sono sostituite dalle seguenti: "sentite l'ANPA e le regioni territorialmente competenti".
Art. 12.
1. All'articolo 30 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) la rubrica e' sostituita
dalla seguente:
"Particolari disposizioni per l'allontanamento dei
rifiuti";
b) il comma 1 e' sostituito dal seguente:
"1.
L'allontanamento di materiali destinati ad essere smaltiti, riciclati o
riutilizzati in installazioni, ambienti o, comunque, nell'ambito di
attivita' a cui non si applichino le norme del presente decreto, se non
e' disciplinato dai rispettivi provvedimenti autorizzativi, e' comunque
soggetto ad autorizzazione quando detti rifiuti o materiali contengano
radionuclidi con tempi di dimezzamento fisico maggiore o uguale a
settantacinque giorni o in concentrazione superiore ai valori
determinati ai sensi dell'articolo 1. I livelli di allontanamento
stabiliti negli atti autorizzatori debbono soddisfare ai criteri fissati
con il decreto di cui all'articolo 1, comma 2, che terra' conto anche
degli orientamenti tecnici forniti in sede comunitaria.";
c) al comma
2, dopo la parola "autonome" sono soppresse le seguenti: ", entro
centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al
comma 1,".
Art. 13.
1. All'articolo 61 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 3, le lettere g) ed
h) sono sostituite dalle seguenti:
"g) provvedere affinche' siano
apposte segnalazioni che indichino il tipo di zona, la natura delle
sorgenti ed i relativi tipi di rischio e siano indicate, mediante
appositi contrassegni, le sorgenti di radiazioni ionizzanti, fatta
eccezione per quelle non sigillate in corso di manipolazione;
h)
fornire al lavoratore esposto i risultati delle valutazioni di dose
effettuate dall'esperto qualificato, che lo riguardino direttamente,
nonche' assicurare l'accesso alla documentazione di sorveglianza fisica
di cui all'articolo 81 concernente il lavoratore stesso.";
b) dopo il
comma 4 e' inserito il seguente:
"4-bis. I soggetti di cui
al comma 1 comunicano tempestivamente all'esperto qualificato e al
medico addetto alla sorveglianza medica la cessazione del rapporto di
lavoro con il lavoratore esposto.".
Art. 14.
1. L'articolo 64 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' sostituito dal seguente:
"Art. 64
Protezione dei lavoratori autonomi
1. I lavoratori autonomi che svolgono attivita' che comportano la classificazione come lavoratori esposti sono tenuti ad assolvere, ai fini della propria tutela, agli obblighi previsti dal presente decreto. Fermi restando gli obblighi di cui agli articoli 63 e 67 gli esercenti di installazioni presso cui i lavoratori autonomi sono esposti a rischio di radiazioni rispondono degli aspetti della tutela che siano direttamente collegati con il tipo di zona e di prestazione richiesta.".
Art. 15.
1. Dopo l'articolo 68 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' inserito il seguente:
"Art. 68-bis
Scambio di informazioni
"1. Su motivata richiesta di autorita' competenti anche di altri paesi appartenenti all'Unione europea o di soggetti, anche di detti paesi, che siano titolari di incarichi di sorveglianza fisica o medica della radioprotezione del lavoratore, il lavoratore trasmette alle autorita' o ai soggetti predetti le informazioni relative alle dosi ricevute. La richiesta delle autorita' o dei soggetti di cui sopra deve essere motivata dalla necessita' di effettuare le visite mediche prima dell'assunzione oppure di esprimere giudizi in ordine all'idoneita' a svolgere mansioni che comportino la classificazione del lavoratore in categoria A oppure, comunque, di tenere sotto controllo l'ulteriore esposizione del lavoratore.".
Art. 16.
1. All'articolo 69 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, il periodo dalle parole: "che le espongono" alla fine e' sostituito dal seguente: "in zone classificate o, comunque, ad attivita' che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda un millisievert durante il periodo della gravidanza.".
Art. 17.
1. All'articolo 74 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 2 e' sostituito dal
seguente:
"2. I lavoratori e il personale di intervento previsto nei
piani di cui al capo X devono essere preventivamente resi edotti, oltre
che dei rischi connessi all'esposizione, anche del fatto che, durante
l'intervento possano essere sottoposti ad esposizione di emergenza e,
conseguentemente, dotati di adeguati mezzi di protezione in relazione
alle circostanze in cui avviene l'intervento medesimo.";
b) nel comma
3 le parole: "le modalita' e i livelli di esposizione di emergenza dei
soccorritori di protezione civile e dei volontari." sono sostituite
dalle seguenti: "le modalita' e i livelli di esposizione dei lavoratori
e del personale di intervento.".
Art. 18.
1. All'articolo 81 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, lettera a), sono
aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e comma 7;";
b) al comma 1,
lettera b), le parole: "e comma 5," sono soppresse;
c) al comma 1,
lettera d), dopo le parole: "di emergenza" sono inserite le seguenti: ",
da esposizioni soggette ad autorizzazione speciale";
d) al comma 1,
dopo la lettera e), e' aggiunta, in fine, la seguente:
"e-bis)
i risultati della sorveglianza fisica dell'ambiente di lavoro che siano
stati utilizzati per la valutazione delle dosi dei lavoratori esposti.";
e) al comma 2, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "con le
modalita' stabilite nel provvedimento di cui al comma 6";
f) al comma
3, lettera c), e al comma 4, le parole: "la documentazione di cui al
comma 1, lettere d) ed e)" sono sostituite dalle seguenti: "la
documentazione di cui al comma 1, lettere d), e) ed e-bis)".
Art. 19.
1. All'articolo 85, comma 2, del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, dopo le parole: "Gli organi preposti alla vigilanza di cui al comma 2 dell'articolo 59" sono inserite le seguenti: "e i medici addetti alla sorveglianza medica".
Art. 20.
1. All'articolo 89, comma 1, lettera b), e all'articolo 90, comma 4, del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, le parole: "Ispettorato medico centrale del lavoro" sono sostituite dalla seguente: "ISPESL".
2. All'articolo 90, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, dopo la parola "emergenza" sono inserite le seguenti: "ovvero soggette ad autorizzazione speciale".
Art. 21.
1. Al comma 6 dell'articolo 96 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, le parole da: "nonche'" alla fine del comma sono soppresse.
Art. 22.
1. Al comma 2 dell'articolo 99 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ", nonche' a realizzare e mantenere un livello ottimizzato di protezione dell'ambiente.".
Art. 23.
1. All'articolo 106, comma 1, del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, dopo le parole: "dandone annualmente comunicazione al Ministero della sanita'" sono aggiunte, in fine, le seguenti: ", anche ai fini delle indicazioni da adottare affinche' il contributo delle pratiche all'esposizione dell'intera popolazione sia mantenuto entro il valore piu' basso ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori economici e sociali.".
Art. 24.
1. All'articolo 107 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) nella rubrica, le parole:
"Apparecchi di misura individuali" sono sostituite dalle seguenti:
"Servizi riconosciuti di dosimetria individuale";
b) al comma 2 sono
aggiunte, in fine, le seguenti lettere:
"d-bis) rilevamenti
con apparecchi, diversi da quelli di cui al comma 3, a lettura diretta
assegnati per la rilevazione di dosi;
d-ter) rilevamenti con
apparecchi impiegati per la sorveglianza radiometrica su rottami o altri
materiali metallici di risulta, di cui all'articolo 157.";
c) al
comma 3, il primo periodo e' sostituito dal seguente: "Gli organismi che
svolgono attivita' di servizio di dosimetria individuale e quelli di cui
all'articolo 10-ter, comma 4, devono essere riconosciuti idonei
nell'ambito delle norme di buona tecnica da istituti previamente
abilitati; nel procedimento di riconoscimento si tiene conto dei tipi di
apparecchi di misura e delle metodiche impiegate.".
Art. 25.
2. Dopo l'articolo 114 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, il titolo del capo X: "STATO DI EMERGENZA NUCLEARE" e' sostituito dal seguente: "INTERVENTI".
Art. 26.
1. L'articolo 115 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' sostituto dal seguente:
"Art. 115.
Campo di applicazione Livelli di
intervento - Livelli di intervento derivati
1. Le disposizioni di cui al presente capo si applicano alle
situazioni determinate da eventi incidentali negli impianti nucleari di
cui agli articoli 36 e 37, negli altri impianti di cui al capo VII,
nelle installazioni di cui all'articolo 115-ter, comma 1,
nonche' da eventi incidentali che diano luogo o possano dar luogo ad una
immissione di radioattivita' nell'ambiente, tale da comportare dosi per
il gruppo di riferimento della popolazione superiori ai valori stabiliti
con i provvedimenti di cui al comma 2 e che avvengano:
a) in impianti
al di fuori del territorio nazionale;
b) in navi a propulsione
nucleare in aree portuali;
c) nel corso di trasporto di materie
radioattive;
d) che non siano preventivamente correlabili con alcuna
specifica area del territorio nazionale.
2. Con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della
sanita', di concerto con i Ministri dell'ambiente, dell'interno e per il
coordinamento della protezione civile, sentiti l'ANPA, l'Istituto
superiore di sanita', l'Istituto superiore per la sicurezza sul lavoro e
il Consiglio Nazionale delle Ricerche, sono stabiliti, in relazione agli
orientamenti comunitari ed internazionali in materia, livelli di
intervento per la pianificazione degli interventi in condizioni di
emergenza e per l'inserimento nei piani di intervento di cui
all'articolo 115-quater, comma 1.
3. Con decreto del
Ministro dell'ambiente, di concerto con i Ministri della sanita' e
dell'interno, sentita l'ANPA, l''ISPESL e l'ISS, sono stabiliti per
l'aria, le acque ed il suolo, i livelli di riferimento derivati
corrispondenti ai livelli di riferimento in termini di dose stabiliti
con il decreto di cui al comma 2; i corrispondenti livelli derivati sono
stabiliti per le sostanze alimentari e le bevande, sia ad uso umano che
animale, e per altre matrici con decreto del Ministro della sanita', di
concerto con il Ministro dell'ambiente, sentita l'ANPA, l'ISPESL e
l'ISS.
4. Con i decreti di cui al comma 3 vengono anche stabiliti i
valori di rilevanti contaminazioni per le matrici di cui allo stesso
comma per i quali si applicano le disposizioni di cui all'articolo 115-quinquies.".
Art. 27.
1. Dopo l'articolo 115 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, sono inseriti i seguenti:
"Art. 115-bis
Principi generali per gli
interventi
1. Ai fini delle decisioni in ordine all'eventuale attuazione ed
all'entita' di interventi in caso di emergenza radiologica, oppure in
caso di esposizione prolungata dovuta agli effetti di un'emergenza
radiologica o di una pratica che non sia piu' in atto devono essere
rispettati i seguenti principi generali:
a) un intervento e' attuato
solo se la diminuzione del detrimento sanitario dovuto alle esposizioni
a radiazioni ionizzanti e' tale da giustificare i danni e i costi,
inclusi quelli sociali, dell'intervento;
b) il tipo, l'ampiezza e la
durata dell'intervento sono ottimizzati in modo che sia massimo il
vantaggio della riduzione del detrimento sanitario, dopo aver dedotto il
danno connesso con l'intervento;
c) alle operazioni svolte in caso di
intervento non si applicano i limiti di dose di cui all'articolo 96,
commi 1, lettera a), e 3, salvo quanto previsto nell'articolo 126-bis,
in caso di esposizione prolungata;
d) i livelli di intervento in
termini di dose, stabiliti ai sensi dell'articolo 115, comma 2, sono
utilizzati ai fini della programmazione e dell'eventuale attuazione
degli interventi; detti livelli non costituiscono limiti di dose.
Art. 115-ter
Esposizioni potenziali
1. Nelle pratiche con materie radioattive che siano soggette a
provvedimenti autorizzativi previsti nei capi IV, VI, ad eccezione di
quelli previsti dall'articolo 31, e nell'articolo 52 del capo VII,
nonche' nell'articolo 13 della legge 31 dicembre 1962, n. 1860, fatto
salvo quanto previsto nel presente articolo, i soggetti richiedenti
l'emanazione di detti provvedimenti provvedono ad eseguire, avvalendosi
anche dell'esperto qualificato, le valutazioni preventive della
distribuzione spaziale e temporale delle materie radioattive disperse o
rilasciate, nonche' delle esposizioni potenziali relative ai lavoratori
e ai gruppi di riferimento della popolazione nei possibili casi di
emergenza radiologica.
2. Le valutazioni di cui al comma 1 sono
eseguite facendo riferimento alle raccomandazioni in materia dei
competenti organismi comunitari ed internazionali.
3. Le valutazioni
di cui al comma 1 sono oggetto della registrazione di cui all'articolo
81, comma 1, lettera e). Dette valutazioni sono altresi' unite alla
documentazione prodotta ai fini dell'emanazione dei provvedimenti
autorizzativi di cui al comma 1.
4. Nel caso in cui lavoratori o
individui dei gruppi di riferimento della popolazione possano ricevere,
a seguito di esposizioni potenziali in installazioni di cui all'articolo
29, dosi superiori ai livelli determinati ai sensi dell'articolo 115,
comma 2, le amministrazioni competenti al rilascio del nulla osta di cui
all'articolo 29 stesso, dispongono l'inclusione della pratica nei piani
di cui all'articolo 115-quater, comma 1. Le predette
amministrazioni inseriscono, a tale scopo, apposite prescrizioni nel
nulla osta e inviano copia del provvedimento autorizzativo, insieme a
tutte le valutazioni relative alle esposizioni potenziali, alle
autorita' di cui all'articolo 115-quater, ai fini della
predisposizione dei piani di intervento.
5. Ferma restando la
disposizione di cui al comma 4, le installazioni soggette agli altri
provvedimenti autorizzativi di cui al comma 1 sono sempre incluse nei
piani di intervento. L'amministrazione che rilascia il provvedimento di
cui al comma 1 ne invia copia alle autorita' di cui all'articolo 115-quater,
ai fini della predisposizione dei piani stessi.
6. L'attivita' delle
nuove installazioni per cui e' necessaria la predisposizione di piani di
intervento non puo' iniziare prima che le autorita' di cui all'articolo
115-quater abbiano approvato i piani stessi.
Art. 115-quater
Approvazione dei piani di
intervento Preparazione degli interventi
1. I piani di intervento relativi alle installazioni di cui
all'articolo 115-ter sono approvati secondo le disposizioni
della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
2. I piani di intervento di cui
al comma 1, sono elaborati, anche con riferimento all'interno degli
impianti, alla luce dei principi generali di cui all'articolo 115-bis,
tenendo presenti i livelli di intervento stabiliti ai sensi
dell'articolo 115, comma 2. Detti piani sono oggetto di esercitazioni
periodiche la cui frequenza e' stabilita nei piani predetti, in
relazione alla tipologia delle installazioni ed all'entita' delle
esposizioni potenziali.
3. I piani di intervento di cui al comma 1
prevedono, ove occorra:
a) la creazione di squadre speciali di
intervento in cui e' assicurata la presenza delle competenze necessarie,
di tipo tecnico, medico o sanitario;
b) le modalita' per assicurare
ai componenti delle squadre di cui alla lettera a) una formazione
adeguata agli interventi che esse sono chiamati a svolgere.
Art. 115-quinquies
Attuazione degli
interventi
1. Qualora nelle installazioni di cui all'articolo 115-ter,
comma 1, si verifichino eventi che possano comportare emissioni e
dispersioni di radionuclidi all'esterno dell'installazione, che
determinino rilevanti contaminazioni dell'aria, delle acque, del suolo e
di altre matrici in zone esterne al perimetro dell'installazione, gli
esercenti sono tenuti ad informare immediatamente:
a) il prefetto, il
comando provinciale dei vigili del fuoco, gli organi del servizio
sanitario nazionale competenti per territorio, le agenzie regionali per
la protezione dell'ambiente e l'ANPA nel caso si tratti delle attivita'
di cui agli articoli 29 e 30;
b) le amministrazioni di cui alla
lettera a), nonche' il comandante del compartimento marittimo e
l'ufficio di sanita' marittima quando gli eventi stessi interessino gli
ambiti portuali e le altre zone di demanio marittimo e di mare
territoriale, nel caso si tratti delle attivita' soggette ad altri
provvedimenti autorizzativi previsti nel presente decreto e nella legge
31 dicembre 1962, n. 1860.
2. Gli esercenti le installazioni di cui
al comma 1 in cui si verifichino gli eventi di cui allo stesso comma
sono altresi' tenuti a prendere tutte le misure atte a ridurre la
contaminazione radioattiva nelle zone esterne al perimetro
dell'installazione in modo da limitare il rischio alla popolazione.
3. Il prefetto, ricevuta l'informazione di cui al comma 1, ne da'
immediata comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri -
Dipartimento della protezione civile e al Presidente della Giunta
regionale.
4. Nell'attuazione dei piani di intervento le decisioni
rispettano i principi generali di cui all'articolo 115-bis,
tenendo conto delle caratteristiche reali dell'emergenza radiologica in
relazione ai livelli indicativi di intervento di cui all'articolo 115,
comma 2, con azioni relative:
a) alla sorgente, al fine di ridurre o
arrestare l'emissione e la dispersione di radionuclidi all'esterno
dell'installazione, nonche' l'esposizione esterna dovuta ai radionuclidi
medesimi;
b) all'ambiente, per ridurre il trasferimento di sostanze
radioattive agli individui;
c) agli individui interessati
dall'emergenza radiologica, ai fini della riduzione della loro
esposizione e dell'adozione di eventuali provvedimenti sanitari nei loro
confronti.
5. Le autorita' responsabili dell'attuazione dei piani di
cui all'articolo 115-quater curano l'organizzazione degli
interventi, nonche' la valutazione e la registrazione dell'efficacia
degli stessi e delle conseguenze dell'emergenza radiologica.
6. Alle
installazioni ed agli eventi di cui al comma 1, si applicano le
disposizioni della sezione II del capo X.".
Art. 28.
1. Dopo l'articolo 126 del decreto legislativo 17 marzo l995, n. 230, sono inseriti i seguenti:
"Art. 126-bis
Interventi nelle esposizioni
prolungate
1. Nelle situazioni che comportino un'esposizione prolungata dovuta
agli effetti di un'emergenza radiologica oppure di una pratica non piu'
in atto o di un'attivita' lavorativa, di cui al capo III-bis,
che non sia piu' in atto, le autorita' competenti per gli interventi ai
sensi della legge 25 febbraio 1992, n. 225, adottano i provvedimenti
opportuni, tenendo conto dei principi generali di cui all'articolo 115-bis,
delle necessita' e del rischio di esposizione, e, in particolare quelli
concernenti:
a) la delimitazione dell'area interessata;
b)
l'istituzione di un dispositivo di sorveglianza delle esposizioni;
c)
l'attuazione di interventi adeguati, tenuto conto delle caratteristiche
reali della situazione;
d) la regolamentazione dell'accesso ai
terreni o agli edifici ubicati nell'area delimitata, o della loro
utilizzazione.
2. Per i lavoratori impegnati negli interventi
relativi alle esposizioni prolungate di cui al comma 1 si applicano le
disposizioni di cui al capo VIII.
Art. 126-ter
Collaborazione con altri
Stati
1. Nella predisposizione dei piani di intervento di cui al presente
capo si tiene altresi' conto delle eventuali conseguenze di emergenze
radiologiche e nucleari sul territorio nazionale che possano interessare
altri Stati, anche non appartenenti all'Unione europea.
2. La
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione
civile stabilisce opportuni contatti di collaborazione con altri Stati,
anche non appartenenti all'Unione europea, che possano essere
interessati da eventuali emergenze verificatesi nel territorio
nazionale, al fine di agevolare la predisposizione e l'attuazione di
misure di radioprotezione di detti Stati.
Art. 126-quater
Particolari disposizioni
per le attivita' di protezione civile e di polizia giudiziaria
1. In casi di necessita' e di urgenza nel corso delle attivita' di protezione civile svolte sotto la direzione dell'autorita' responsabile dell'attuazione dei piani di intervento, nonche' nel corso delle attivita' di polizia giudiziaria non si applicano gli obblighi di denuncia, di comunicazione, di autorizzazione o di nulla osta previsti nel presente decreto e nella legge 31 dicembre 1962, n. 1860, per le sorgenti di radiazioni ionizzanti.".
Art. 29.
1. All'articolo 146 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
dopo il comma 3 sono inseriti i seguenti:
"3-bis. I titolari
di nulla osta o di autorizzazioni rilasciati ai sensi del decreto del
Presidente della Repubblica 13 febbraio 1964, n. 185, o della legge 31
dicembre 1962, n. 1860, i quali esercitino pratiche esenti da nulla osta
o da autorizzazione ai sensi delle disposizioni del presente decreto o
della legge 31 dicembre 1962, n. 1860, sono tenuti, entro un anno dalla
data di entrata in vigore delle disposizioni stesse, a comunicare alle
Amministrazioni che li avevano rilasciati il venir meno delle condizioni
di assoggettamento a tali provvedimenti. Le Amministrazioni provvedono
alla revoca dei provvedimenti autorizzativi, accertata la sussistenza
dei presupposti per la revoca stessa.
3-ter. Le
Amministrazioni competenti, ai sensi del comma 2, ad emettere i
provvedimenti di conversione o convalida inviano copia di detti
provvedimenti alle amministrazioni che avevano emesso gli atti
autorizzatori convertiti o convalidati; queste ultime provvedono alle
revoche necessarie.
3-quater. Coloro che al momento della
data di entrata in vigore delle disposizioni del decreto di cui al comma
2 dell'articolo 27 esercitano le pratiche di cui all'articolo 115-ter
devono inviare, entro centottanta giorni da tale data, alle autorita'
individuate nei piani di intervento di cui all'articolo 115-quater
le valutazioni di cui all'articolo 115-ter stesso.
3-quinquies.
I provvedimenti di conversione o di convalida di cui al comma 2
contengono anche le prescrizioni relative allo smaltimento dei rifiuti
eventualmente autorizzato ai sensi del previgente articolo 105 del
decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1964, n. 185.
3-sexies.
I titolari esclusivamente di provvedimenti autorizzativi rilasciati ai
sensi dell'articolo 105 del decreto del Presidente della Repubblica 13
febbraio 1964, n. 185, ove non soggetti ad altri provvedimenti in
materia di nulla osta all'impiego ai sensi dell'articolo 27, devono
richiedere l'autorizzazione allo smaltimento ai sensi dell'articolo 30.
3-septies. Le autorita' competenti al rilascio dei
provvedimenti autorizzativi, di convalida o di conversione, nonche' di
revoca relativi all'impiego di categoria B, inviano all'ANPA, secondo le
modalita' indicate nei provvedimenti applicativi di cui all'articolo 27,
copia di tali provvedimenti.".
Art. 30.
1. All'articolo 148 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
dopo il comma 1, e' aggiunto il seguente:
"1-bis. Per gli
impianti nucleari per i quali sia stata inoltrata istanza di
disattivazione ai sensi dell'articolo 55, in attesa della relativa
autorizzazione, possono essere autorizzati, ai sensi dell'articolo 6
della legge 31 dicembre 1962, n. 1860, particolari operazioni e
specifici interventi, ancorche' attinenti alla disattivazione, atti a
garantire nel modo piu' efficace la radioprotezione dei lavoratori e
della popolazione.".
Art. 31.
1. All'articolo 149 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
dopo il comma 2, e' aggiunto il seguente:
"2-bis. Negli
articoli 9 e 15 del decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre
1970, n. 1450, sono soppresse le parole: "e non superato 45 anni di
eta'.".
Art. 32.
1. All'articolo 150 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) dopo il comma 2 e' inserito
il seguente:
"2-bis. Negli elenchi istituiti ai sensi degli
articoli 78 e 88 confluiscono con le loro eventuali limitazioni anche i
soggetti di cui al comma 2, nonche' quelli che abbiano conseguito
l'abilitazione entro il 31 dicembre 2000.".
b) i commi 5 e 6 sono
soppressi.
Art. 33.
1. Dopo l'articolo 152 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e' inserito il seguente:
"Art. 152-bis
Ulteriori allegati tecnici
per la fase di prima applicazione
1. Fino all'adozione del decreto di cui al comma 2 dell'articolo 1
valgono le disposizioni dell'allegato I-bis.
2. Fino
all'adozione del decreto di cui al comma 5 dell'articolo 18 valgono le
disposizioni dell'allegato VII.
3. Fino all'adozione del decreto di
cui al comma 1 dell'articolo 26 valgono le disposizioni dell'allegato
VIII.
4. Fino all'adozione del decreto di cui al comma 2
dell'articolo 27 valgono le disposizioni dell'allegato IX, anche ai fini
di cui al comma 2 dell'articolo 29.
5. Fino all'adozione del decreto
di cui al comma 2 dell'articolo 31 valgono le disposizioni dell'allegato
X.
6. Fino all'adozione del decreto di cui al comma 2 dell'articolo
74 valgono le disposizioni dell'allegato VI.
7. Fino all'adozione del
decreto di cui agli articoli 62, comma 3, 81,comma 6, e 90, comma 5,
valgono le disposizioni dell'allegato XI.
8. Fino all'adozione del
decreto di cui al comma 2 dell'articolo 115 valgono le disposizioni
dell'allegato XII.
9. Fino all'adozione dei decreti di cui al comma 3
dell'articolo 115 valgono le corrispondenti disposizioni emanate ai fini
dell'attuazione dell'articolo 108 del decreto del Presidente della
Repubblica 13 febbraio 1964, n. 185.".
Art. 34.
1. All'articolo 154 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230,
sono apportate le seguenti modifiche:
a) i commi 2 e 3 sono
sostituiti dai seguenti:
"2. Le norme del presente decreto non si
applicano allo smaltimento di rifiuti radioattivi nell'ambiente, ne' al
loro conferimento a terzi ai fini dello smaltimento, ne' comunque
all'allontanamento di materiali destinati al riciclo o alla
riutilizzazione, quando detti rifiuti o materiali contengano solo
radionuclidi con tempo di dimezzamento fisico inferiore a settantacinque
giorni e in concentrazione non superiore ai valori determinati ai sensi
dell'articolo 1, sempre che lo smaltimento avvenga nel rispetto delle
disposizioni del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e
successive modificazioni.
3. I dati relativi ad ogni smaltimento o ad
ogni conferimento di rifiuti a terzi, e ad ogni altro allontanamento di
materiali, effettuati ai sensi delle disposizioni di cui al comma 2, che
dimostrino il rispetto delle condizioni ivi stabilite, debbono essere
registrati e trasmessi, su richiesta, all'Agenzia regionale o della
provincia autonoma, di cui all'articolo 03 del decreto-legge 4 dicembre
1993, convertito, con modiflcazioni, dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61,
agli organi del servizio sanitario nazionale competenti per territorio
ed all'ANPA.";
b) dopo il comma 3, e' inserito, infine, il seguente:
"3-bis. Fuori dei casi di cui al comma 2, l'allontanamento da
installazioni soggette ad autorizzazioni di cui ai capi IV, VI e VII di
materiali contenenti sostanze radioattive, destinati ad essere smaltiti,
riciclati o riutilizzati in installazioni, ambienti o, comunque,
nell'ambito di attivita' ai quali non si applichino le norme del
presente decreto, e' soggetto ad apposite prescrizioni da prevedere nei
provvedimenti autorizzativi di cui ai predetti capi. I livelli di
allontanamento da installazioni di cui ai capi IV, VI e VII di
materiali, destinati ad essere smaltiti, riciclati o riutilizzati in
installazioni, ambienti o, comunque, nell'ambito di attivita' ai quali
non si applichino le norme del presente decreto debbono soddisfare ai
criteri fissati con il decreto di cui all'articolo 1, comma 2, ed a tal
fine tengono conto delle direttive, delle raccomandazioni e degli
orientamenti tecnici forniti dall'Unione europea.".
Art. 35.
1. All'articolo 136, comma 2, del decreto legislativo 17 marzo 1995,
n. 230, dopo le parole: "le particolari prescrizioni di cui" sono
inserite le seguenti: "all'articolo 18-bis, comma 1, e".
2.
All'articolo 139, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 17 marzo
1995, n. 230, le parole: "61, commi 2 e 4" sono sostituite dalle
seguenti: "61, commi 2, 4 e 4-bis".
3. All'articolo 139,
comma 3, lettera a), del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, dopo
il numero: "68" e' inserito il seguente: ", 68-bis e".
4.
All'articolo 141 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, dopo il
comma 1 sono aggiunti i seguenti:
"1-bis. La violazione
degli obblighi di cui agli articoli 115-ter e 115-quater
e' punita con l'arresto fino a quindici giorni o con l'ammenda da lire
un milione a lire cinque milioni.
1-ter. L'esercente che
omette di informare le autorita' di cui all'articolo 115-quinquies,
comma 1, lettere a) e b), o di prendere le misure di cui all'articolo
115-quinquies, comma 2, e' punito con l'arresto da sei mesi a
tre anni e con l'ammenda da lire venti milioni a lire cento milioni.".
5. Dopo l'articolo 142 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e'
inserito il seguente:
"Art. 142-bis
Contravvenzioni al capo III-bis
1. L'esercente che viola gli obblighi di cui agli articoli 10-ter,
10-quater e 10-quinquies e' punito con l'arresto sino
a tre mesi o con l'ammenda da lire cinque milioni a lire venti milioni.
2. Il datore di lavoro che viola gli obblighi di cui all'articolo 10-octies,
comma 2, e' punito con l'arresto fino a quindici giorni o con l'ammenda
da lire un milione a lire cinque milioni.".
Art. 36.
1. Gli allegati I, III, IV e V del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, sono rispettivamente sostituiti dagli allegati al presente decreto I, III, IV e V.
Art. 37.
1. La Sezione speciale della Commissione prevista dal comma 1 dell'articolo 10-septies del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, introdotto dall'articolo 5, comma 1, al presente decreto, si insedia entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale.
2. La disposizione di cui al comma 1 dell'articolo 10-ter del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, introdotto dall'articolo 5, comma 1, al presente decreto, si applica diciotto mesi dopo la data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale.
3. La disposizione di cui al comma 3 dell'articolo 10-ter del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, introdotto dall'articolo 5, comma 1, al presente decreto, si applica trentasei mesi dopo la data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale.
4. Per le attivita' di cui ai commi 1 e 3 dell'articolo 10-ter, del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, introdotto dall'articolo 5, comma 1, al presente decreto, gia' esistenti alle date di applicazione degli stessi commi, i termini ivi previsti decorrono rispettivamente da quelli previsti ai commi 2 e 3.
5. La prima individuazione delle zone ad elevata probabilita' di alte concentrazioni di attivita' di radon di cui all'articolo 10-sexies, comma 1, del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, introdotto dall'articolo 5, comma 1, al presente decreto, avviene comunque entro cinque anni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale.".
Art. 38.
1. Coloro che hanno prodotto domanda ai fini dell'accertamento della capacita' tecnica e professionale per l'iscrizione negli elenchi di cui agli articoli 78 e 88 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, hanno diritto a sostenere le relative prove con le modalita' vigenti alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale.
Art. 39.
1. Le spese relative alle procedure concernenti le attivita' da effettuarsi, ai sensi del presente decreto, da parte delle amministrazioni competenti, sono a carico dei soggetti richiedenti non pubblici, secondo quanto disposto dall'articolo 5 della legge 5 febbraio 1999, n. 25, sulla base del costo effettivo del servizio reso.
2. Con decreto del Ministro competente, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono determinate le tariffe per le attivita' di cui al comma 1 e le relative modalita' di versamento.
3. Le spese derivanti dalle procedure concernenti le attivita' da effettuarsi ai sensi del presente decreto, da parte delle regioni e delle province autonome, sono a carico dei soggetti richiedenti non pubblici, sulla base del costo effettivo del servizio reso.
Art. 40.
1. Dall'attuazione del presente decreto non derivano nuovi o maggiori oneri, ne' minori entrate per il bilancio dello Stato.
Art. 41.
1. E' abrogato l'articolo 101 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230.
Art. 42.
1. Le disposizioni del presente decreto si applicano a partire dal 1° gennaio dell'anno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.